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Questa è una selezione dei lavori pubblicati a partire dal 1997. L'interesse per la storia militare si è trasformato negli anni con la passione per il costume e la sua restituzione iconografica. In effetti più che un divulgatore di storia militare io preferisco definirmi un illustratore dilettante con interessi storici.





Di seguito la mia                                    aggiornata al maggio 2013

L'Esercito Ottomano da Candia a Passarowitz (1645-1718)

Uno 'stato maggiore' ottomano della seconda metà del XVII secolo, ricostruito sulla scorta dei reperti conservati nei musei di Dresda, Vienna, Karlsruhe e Firenze e da illustrazioni coeve.

Sono ancora molto affezionate a questo libro, soprattutto perché è la mia opera prima.  La frequentazione con il mondo turco-ottomano è sorta a seguito dell'interesse per la storia dell'Europa centrale e orientale, ma poi col tempo si è trasformata in una vera e propria passione, tanto che ho pure iniziato a studiare la lingua turca (!). Malgrado qualcosa che oggi rifarei diversamente, questo libro  continua a sorprendermi, soprattutto per le segnalazioni che ha ottenuto fuori dall'Italia.  













Quella che segue è l'ultima citazione ricevuta e rappresenta per me una grande soddisfazione, non solo perché è l'unico testo non in inglese citato, ma in quanto l'autore della recensione è nientemeno che David Nicolle.

La Guerra di Candia, parte I

'Corazza'  veneta, 1650-60

La Guerra dei Trent'anni (di Luca Cristini)

Moschettiere e picchiere dell'esercito dell'Unione Evangelica, 1630-40

La Guerra di Candia, parte II

L'Armata da Mar'  1649-1669. Nobile di galea, marinai e scapolo oltramarino

I Volontari Stranieri e le Brigate Internazionali in Spagna (1936-39)

Tavola tratta dal mio unico lavoro sul '900. ​ Dopo tanti lavori sul Sei-Settecento non volevo si pensasse che fossi un monarchico tradizionalista!

Soldati e Milizie Lucchesi dell'Ottocento (1799-1847)

Illustrazione dal mio primo lavoro per L'USSME: il glorioso esercito lucchese (...)  forse l'unico che nel XIX secolo non ha provocato spargimenti di sangue (!)

Soldati e Milizie Toscane del Settecento (1737-99)

Le uniformi delle due compagnie a cavallo delle Gardes Lorraine, ricostruite dal dipinto conservato a Siena e dai documenti dell'Archivio di Stato di Firenze. Era questo l'aspetto della scorta dei nuovi granduchi durante il loro arrivo in Toscana nel 1739.

Ho ricevuto la commissione d'opera dall'ufficio storico dello Stato Maggiore per scrivere questo libro nell'estate del 2006 e a ottobre mi trovavo già a compilare la lista dei fondi da consultare. Ricordo bene il giorno in cui sono entrato all'archivio di Stato di Firenze per iniziare questa avventura. Quel giorno era anche il mio onomastico e provavo un'eccitazione speciale al pensiero di compiere quello che appariva come un vero e proprio viaggio nel tempo. Chi scrive di storia, anche in tono minore come faccio io, sa perfettamente che un'indagine negli archivi  ti porta direttamente il passato davanti agli occhi, e la sensazione è ancora più forte  quando si esaminano vicende legate al proprio territorio. Ma a parte gli aspetti letterari, mi piace pensare che in qualche modo era destino che scrivessi questo libro, perché è stato come aver ritrovato qualcuno che cercavo da tanto tempo.

Più o meno negli anni in cui nasceva il mio interesse verso la storia e l'illustrazione, ovvero qualche anno prima di diventare maggiorenne, mi capitò fra le mani un testo di Christopher Duffy dal titolo 'The Army of Maria Theresia'. Frequentavo da diverso tempo quell'eccezionale sodalizio che a Firenze riuniva gli appassionati di wargame e modellismo, ovvero l'AFBIS (Associazione Fiorentina Battaglie in Scala), e attingere qualche testo dalla biblioteca dell'associazione era un passatempo molto divertente per un ragazzo che iniziava ad appassionarsi alla storia.  L'autore aveva dedicato quel libro alla memoria di un certo James Duffy, primo tenente di un reggimento di fanteria imperiale, caduto in combattimento nel 1759, nel corso della guerra dei Sette Anni.

Provai per quella citazione una grande invidia: "che fortuna!" pensai: "chissà se a me capiterà mai una cosa simile?"

Iniziando a raccogliere documenti e testimonianze sul Settecento toscano sono approdato ovviamente anche alle vicende delle oltre 3.800 reclute che dal 1758 al 1762 furono inviate a combattere a fianco dei soldati di Casa d'Austria, contro uno degli eserciti più temuti del tempo, ovvero quello prussiano del Grande Federico. Mentre copiavo la fitta rete di corrispondenze e tabelle degli stati di forza e tutte le fonti utile alla stesura del testo, mi tornò alla mente quanto avevo pensato anni prima e immaginai che, forse, da qualche parte poteva saltar fuori un Mugnai che aveva partecipato a quelle campagne. Naturalmente non percorrevo gli archivi della Toscana solo per trovare un soldato col mio stesso cognome, tuttavia, mentre la ricerca progrediva, ogni tanto ci pensavo.

Un sabato mattina, pochi minuti prima che l'archivio di Stato chiudesse, da una voluminosa filza dal titolo 'petizioni e suppliche di militari, 1762', estrassi a caso un fascicolo  e finalmente trovai quell'uomo. Gaetano  Mugnai, nato a Firenze classe 1712,  sergente maggiore del Secondo Reggimento d' Infanteria del  granducato di Toscana, veterano di quattro campagne in Germania e che nel 1762, afflitto da una grave infezioni agli occhi (forse una congiuntivite contratta durante i gelidi inverni nevosi in Slesia o in Boemia), era stato messo a riposo. Gaetano si rivolgeva al governatore granducale  per ottenere la nomina a Castellano della torre d'avvistamento sull'isola della Gorgona e con essa ricevere la promozione a tenente.  Il personale dell'archivio sollecitava la riconsegna dei documenti per procedere alla chiusura e così dovetti attendere fino alla successiva visita per tornare su quel fascicolo e cercare altre informazioni.  Trovai soltanto che l'incarico di castellano era andato a un altro candidato e a quel punto del povero Gaetano non rimanevano altre notizie. 

Malgrado avessi rintracciato solo un più modesto sergente maggiore, la cui storia appariva molto meno gloriosa di quella di James Duffy, avevo finalmente saldato un conto in sospeso con il destino e oggi, alla fine di questa vicenda, mi piace pensare che non sono stato io a trovare quel soldato, ma è stato lui a trovare me.

Il secondo tassello sull'esercito di Casa d'Austria al tempo del grande capitano italiano.  Il lavoro sta ricevendo un'ottima l'accoglienza sui siti specializzati, malgrado i limiti del testo in italiano. 

Le Mie Tre Vite

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